IL DUCA DEL MONTEFELTRO E' DA OGGI UN UOMO LIBERO
(1) QDR questa volta è finita per davvero ma non con voi, mi sono voluto divertire con i miei ormai ex colleghi, ho voluto solo farli piangere e soffrire un po'. Bastardo inside vero?
Ma veramente mi pagano e non devo più lavorare?
Fatico ancora a crederlo. Spero non sia uno scherzo.
Sono veramente arrivato all'ultimo giorno di lavoro della mia vita?
Quante volte mi son detto “arriverà il momento della pensione anche per me”.
Ebbene questa volta pare ci sono per davvero.
Mai mi sarei immaginato però un finale così.
Non poter salutare, abbracciare, festeggiare, fare un brindisi, ma andarsene via in silenzio.
Quanto tempo è passato dal quel primo febbraio del 2001, giorno in cui misi piede per la prima volta in Sogemar.
Quasi metà della mia vita lavorativa.
Ho avuto l'onore di trascorrere questi anni con numerose persone davvero speciali, uniche.
Con loro ho vissuto momenti piacevoli, a volte bellissimi, ma anche momenti sgradevoli e tristi.
A tutti rivolgo un sincero grazie e chiedo scusa, se qualche volta vi ho offeso oppure mancato di rispetto.
Un particolare saluto va a tutti coloro che hanno condiviso con me l'avventura della squadra di calcio.
Sentire che, a distanza di tempo, ancora qualcuno mi chiamava mister, mi riempiva il cuore di felicità. Questo significa che veramente abbiamo fatto insieme qualcosa di bellissimo.
Me ne vado in un momento particolarmente difficile, quasi mi sembra una fuga, e questo pensiero fatico a cacciarlo dalla mente.
Non posso che augurarvi un seguito migliore di questo, ma sono convinto che questo Gruppo, con l'aiuto di tutti voi, saprà tornare a nuova vita.
Un generale senza dei buoni soldati non vincerà mai nessuna guerra, nemmeno questa.
Il generale questo lo sa ma difficilmente lo ammette.
BENE
Questo è quello che nei giorni scorsi avevo pensato di scrivere.
Cento volte ho letto riletto cercando e pensando alle parole giuste da usare.
Ma poi eccoti l’imprevisto, il fatto che spariglia tutto e travolge ogni cosa.
Ieri pomeriggio si presenta un gruppo di persone che si spacciano per rappresentanti di ogni reparto dell'azienda.
Armati di bottiglie, bicchieri, pasticcini e regali.
Assembramenti? Nooooooooooo
Festa? Noooooooooooooo
Mascherine? Siiiiiiiiiiii
I Bicchieri e le bottiglie, che come potete ben immaginare, hanno un’anima, chiedono e pretendono un discorso.
Qui? Così all'improvviso? Bè son cazzi.
Discorsi ne ho fatti tanti …
Negli spogliatoi prima di entrare in campo. Mai poi i ragazzi entravano e giocavano come gli pareva.
Ai figli … potete immaginare come venissero ascoltati.
Alla moglie i ricordavo qualcosa di quello che avevo preparato, e così con la voce alterata dalla mascherina, qualcosa è uscito.
La mascherina però non riusciva a nascondere gli occhi un pò umidi.
La faccio breve. Un grazie sincero a tutti.
E’ stato un onore lavorare, giocare, e perché no, anche incazzarmi con voi.
Mi dispiace non aver conosciuto i tanti nuovi ragazzi arrivati negli ultimi anni, ma forse per costoro è stata una fortuna.
Lasciare un’azienda di merda, dei capi stronzi, dei colleghi infami, è facile farlo, non vedi l'ora di mandarli a fare in culo.
Tutto questo, qui, io non l'ho trovato. Sono stato fortunato.
Scrivo ora la parola fine su questa storia, giro la pagina e inizio a scrivere altro in quella nuova.
Grazie ancora a tutti per la vostra pazienza.
Tolgo il disturbo.
Oh … ragazzi, dimenticavo, vi racconto questa.
Avete mai portato a fare un giro, la vostra ragazza, fidanzata o moglie, sulla canna o sul manubrio della vostra bicicletta?
Se non l'avete mai fatto, fatelo …
Un abbraccio.
Lamberto
ERO TUTTA RAZIONALITA' ...
Ero tutta razionalità: la corsa mi ha fatto scoprire un corpo.
Vestivo solo di nero e grigio: la corsa mi ha convinta a indossare magliette fosforescenti.
Ero la prima della classe: la corsa mi ha insegnato che ci si può impegnare al massimo per anni restando sempre nel gruppo dei più scarsi, senza mai superare nessuno.
E che non è un problema.
Non sapevo valutare le distanze, duecento metri o un chilometro erano più o meno la stessa cosa. Ora do indicazioni del tipo: "Dopo 350 metri troverà una rotonda, giri a destra".
E sbaglio di pochissimo.
Non uscivo se non ero pettinata e truccata perchè volevo apparire in ordine. Con la corsa ho scoperto che mi interessa soprattutto essere forte. Magari anche apparire. Forte.
Odiavo sudare. Muhahahah.
Non ho mai preparato alla sera i vestiti per il giorno dopo. Non lo faccio neanche adesso.
A meno che la mattina non ci sia in programma una corsetta.
Mi vergognavo delle mie gambe e le coprivo sempre fino alle caviglie. Ora indosso con disinvoltura anche un paio di pantaloncini.
Le gambe sono le stesse di prima.
Non ho alcun rituale o rito scaramantico.
Ma se esco a correre mi accerto di avere nel taschino un fazzoletto, una moneta da due euro e una caramella.
Mai stata di compagnia.
Ma se è una tapasciata...
Non ho mai studiato anatomia. Con la corsa ho imparato benissimo cosa siano un malleolo e un piriforme.
So anche distinguere il dolore che esce da qualcosa che deve riposare da quello che segnala che c'è qualcosa che deve tornare a muoversi. E a rispettarli entrambi.
Succede così.
Una mattina ti infili le scarpe, con un po' di imbarazzo provi a corricchiare fino in fondo al viale e lei è già lì che ti frega.
Lei, la corsa, ha già iniziato a cambiarti. Franca QDR